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Da quando, negli anni ‘70 del secolo scorso, dopo un lungo periodo di prove e sperimentazioni, hanno fatto la loro comparsa, prima nelle più importanti sale giochi del mondo e poi nelle nostre case, i videogames hanno conosciuto uno sviluppo davvero notevole e inarrestabile. Oggi, questi dispositivi elettronici sono sempre più evoluti e tecnologici, interattivi e realistici.
Amati e apprezzati da bambini, ragazzi e adolescenti, tanto da rappresentare una delle attività più praticate nel loro tempo libero, i videogiochi sono poco conosciuti, visti con sospetto e temuti da gran parte degli adulti, preoccupati dalle conseguenze negative derivanti da un loro uso smodato ed eccessivo.
Di seguito, forniamo una guida pratica con tanti consigli utili per tutti i genitori che si chiedono quali siano i comportamenti da adottare con questa tecnologia e che si domandano come moderare, regolamentare e tenere sotto controllo il suo utilizzo.
Sommario
Videogiochi per bambini: un approccio consapevole e responsabile
Alla base del nostro articolo c’è la volontà di incentivare e diffondere una cultura e un approccio ai videogiochi consapevole e responsabile, riflessivo e ragionato, che consenta ai piccoli gamers di continuare a divertirsi con il loro passatempo preferito in tutta sicurezza e che, allo stesso tempo, permetta di prevenire l’insorgere di pericolose dipendenze.
In particolare, ci rivolgiamo a quei genitori e adulti, magari lontani o poco avvezzi alle dinamiche di questo mondo, che vogliono capire come gestire la grande passione per i videogames dei loro figli e che vogliono qualche consiglio su cosa fare per evitare che il loro utilizzo diventi dannoso.
Alla base di ogni tipo di discorso o ragionamento che riguarda i videogiochi, e ogni altro dispositivo elettronico, dovrebbe esserci l’idea che questa tecnologia non va demonizzata, criticata o vietata a priori, in quanto di per sé deleteria per la salute di bambini e adolescenti. Al contrario, l’approccio critico e responsabile che vogliamo incoraggiare parte dal presupposto che gli effetti positivi o negativi dei videogames sono strettamente connessi al modo in cui si utilizzano.
Bambini e genitori devono essere consapevoli che un uso “corretto” e “regolamentato” dei videogiochi ha i suoi vantaggi e può avere anche effetti positivi per lo sviluppo dei piccoli gamers e che, al contrario, un uso “sregolato” o eccessivo può portare alla comparsa di problematiche di entità non trascurabile.
Conoscenza, regole e limiti d’uso sono indispensabili per incanalare l’esperienza virtuale nei giusti binari e per promuovere una sana cultura dei videogames.
Ma, concretamente, come devono approcciarsi i genitori al mondo dei videogiochi? Quali sono le regole da stabilire? Quali aspetti del gioco devono moderare?
Quali regole per l’utilizzo dei videogiochi: 5 consigli utili
Nei prossimi paragrafi, ti diamo 5 consigli che saranno molto utili per tenere sotto controllo l’utilizzo dei videogiochi, per prevenirne i possibili effetti negativi e per consentire ai piccoli gamers di concedersi questo momento di svago senza conseguenze dannose.
I primi due consigli riguardano l’approccio degli adulti nei confronti di questa tecnologia e della passione dei propri figli. I restanti tre, invece, approfondiscono i limiti da condividere e stabilire in merito all’utilizzo dei videogiochi. Nello specifico, tali limiti si riferiscono a:
- tempo e frequenza di utilizzo dei videogames;
- età di utilizzo dei videogames;
- modalità di utilizzo dei videogames.
Conoscere, interessarsi e comprendere
Nei paragrafi precedenti abbiamo più volte sottolineato come l’utilizzo dei videogiochi vada “regolamentato” e sottoposto a specifici limiti che, successivamente, affronteremo in maniera approfondita. Prima è necessario capire quale sia il miglior approccio possibile a questa tecnologia.
In che modo approcciarsi al mondo dei videogames? Quale atteggiamento adottare?
Si tratta di un aspetto di non poco conto perché l’efficacia e il rispetto dei limiti e delle regole che vengono poste dipende strettamente da come il genitore si avvicina e si pone nei confronti del gioco e del piccolo “gamer”.
Spesso, noi adulti tendiamo a “demonizzare” la tecnologia, videogames compresi, attribuendogli a priori caratteristiche ed effetti negativi. Questo non è certamente il modo migliore per avvicinarsi ai nostri figli che, al contrario, riconoscono nel gioco elettronico un valido e piacevole passatempo.
Cosa fare allora?
Abbiamo condensato il nostro primo consiglio in 3 parole chiave strettamente connesse: conoscere, interessarsi e comprendere.
- CONOSCI ed ESPLORA il mondo dei videogames: avvicinati al mondo dei videogiochi e alla passione di tuo figlio. Molto spesso i “giocatori” rimproverano ai loro genitori un approccio poco “aperto” e ricco di pregiudizi nei confronti del loro passatempo preferito. Un atteggiamento di questo tipo, di certo, non aiuta a “regolarne” l’utilizzo ma, al contrario, può avere effetti esattamente opposti, creando un clima teso, di scarsa fiducia e spesso conflittuale.
- INTERESSATI alle varie console e ai vari giochi che appassionano tuo figlio. Cerca di capire quali sono le loro principali caratteristiche e i loro contenuti. Cerca il dialogo con tuo figlio, in modo che ti possa spiegare funzioni e proprietà dei vari dispositivi. Se necessario sperimenta il gioco di persona e mettiti alla prova. Solo così avrai un quadro della situazione più chiaro e completo. Ricorda che l’autorevolezza è legata alla conoscenza e se tuo figlio ti riconosce un certo grado di “esperienza” sarà più propenso ad ascoltare, condividere e rispettare i tuoi consigli e le tue regole.
- COMPRENDI il perchè tuo figlio è così legato alla console o ad un determinato gioco. Cerca di capire quali emozioni suscita e a quali bisogni risponde un videogioco. Semplice passatempo? Valvola di sfogo? Momento di socialità (perché tanti amici ci giocano o perchè c’è la possibilità di giocare online)? Strumento per accrescere l’autostima personale o per allontanarsi dalla “realtà”? Comprendere il significato che il videogioco assume per tuo figlio è fondamentale non solo per poter intervenire nelle modalità più corrette ma anche per proporre valide alternative al gioco virtuale, in grado di rispondere alle medesime esigenze. Come vedremo, individuare attività complementari può essere una soluzione per “convincere” il giocatore a non passare troppo tempo davanti allo schermo.
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Ricercare la “condivisione”
Un atteggiamento prevenuto, sospetto o sfavorevolmente orientato nei confronti dei videogiochi porta spesso all’imposizione di regole e limiti che i più giovani faticano ad accettare e comprendere. I divieti derivanti da un simile approccio sono rispettati solo temporaneamente per poi essere infranti e disattesi col tempo.
Per evitare di trovarsi in una situazione di questo tipo è consigliabile ricercare partecipazione e condivisione.
Che cosa intendiamo con queste parole?
“Condividere” significa “dividere”, “spartire”, “partecipare insieme” e “collaborare con altri”, spesso per realizzare o raggiungere un obiettivo comune. Nel nostro caso, la condivisione può riguardare:
- il gioco: condividere il gioco significa giocare, nel limite del possibile, con i propri figli per comprendere meglio le dinamiche e le caratteristiche dei videogames, adottando quell’approccio ragionato, aperto e riflessivo di cui abbiamo parlato nei precedenti paragrafi;
- le regole del gioco: la condivisione dovrebbe riguardare anche e soprattutto le regole del gioco. Solo le regole condivise, definite con la collaborazione e la partecipazione di chi è direttamente coinvolto, quindi comprese e accettate, possono essere rispettate nel lungo periodo e possono contribuire a creare una sana cultura del videogames, in grado di durare nel tempo.
La condivisione dei limiti all’utilizzo dei videogiochi passa inevitabilmente dal dialogo e dal confronto con i propri figli. Senza dimenticare la fascia d’età interessata, gli esperti consigliano di ricorrere a compromessi, patti, accordi e “contratti famigliari” in cui sono definite, per iscritto, le regole da seguire e le eventuali conseguenze per chi non le rispetta.
Insomma, l’imposizione NON è un metodo consigliabile. Al contrario, la condivisione e la collaborazione permetterà ai piccoli gamers di continuare a divertirsi con il proprio passatempo preferito, usufruendo dei benefici del gioco “moderato”, mentre i genitori potranno controllare la situazione, promuovendo sane abitudini ed allontanando i possibili effetti negativi derivanti da un utilizzo “sregolato”.
Individuare limiti di tempo e di frequenza di utilizzo dei videogiochi
Uno dei principali e più immediati consigli per regolamentare l’uso dei videogiochi e per prevenire la comparsa di conseguenze negative per la salute dei più piccoli è quello di stabilire, o meglio, come abbiamo sottolineato in precedenza, condividere limiti di tempo e di cadenza o frequenza di utilizzo della console.
In particolare, ti suggeriamo di:
- fissare limiti temporali diversi a seconda della fascia d’età di tuo figlio.
Insomma, per ogni età esiste un tempo massimo di esposizione ai videogames diverso.
Su questo punto, gli esperti, indicativamente, consigliano:
- per i bambini della prima/seconda infanzia o comunque fino ai 4/5 anni meglio evitare l’esposizione ai videogiochi o a giochi su app e tablet;
- dai 5/6 anni e per il periodo delle scuole elementari, il tempo delle prime esperienze di gioco virtuale dovrebbe essere piuttosto limitato. Un massimo di 30 minuti al giorno può bastare;
- dai 10 anni circa o con l’inizio della scuola secondaria di primo grado il tempo di gioco può raggiungere un massimo di 1 ora giornaliera;
- dall’inizio delle scuole superiori il limite può essere portato a 90 minuti circa.
Questi numeri servono per avere un quadro generale della situazione. Poi, a seconda dei singoli casi, il tempo massimo da passare con la console può essere leggermente maggiore o minore. Considera, comunque, che tutti gli esperti sono concordi nell’affermare che, giornalmente, non si dovrebbero superare le 2 ore di gioco.
- fissare delle pause nel corso delle sessioni di gioco.
Che sia più o meno prolungata, ogni sessione di gioco va temporaneamente interrotta dopo un tot. di minuti per permettere al gamer di “riposarsi” e “staccarsi” dallo schermo. Questo consiglio vale soprattutto per i più grandicelli che potrebbero trascorrere più minuti con la console. A riguardo, molti produttori consigliano di fare una pausa dopo 45 minuti circa. Ma qualche minuto di pausa può essere benefico anche in caso di sessioni più corte …
- fissare degli orari o dei periodi di utilizzo dei videogames.
In particolare, è da evitare l’utilizzo dei videogiochi nelle ore serali o prima di andare a lettoperché gli stimoli forniti dai giochi virtuali potrebbero condizionare o, addirittura, impedire il sonno. Per questo, è consigliabile condividere e individuare determinate fasce orarie in cui potersi dedicare alla console preferita, magari intervallando o alternando questa attività con altre “non virtuali”, come quelle sportive e scolastiche.
- essere elastico e comprensivo.
I consigli e i numeri che ti abbiamo fornito vanno sempre inseriti nel contesto specifico e nel singolo caso. In particolare, ai genitori è richiesta una buona dose di elasticità e comprensione. Ad esempio, immagina che, dopo che sono trascorsi i 45 minuti di gioco che hai stabilito con tuo figlio, la partita non è ancora conclusa e richiede ancora un pò di tempo per essere portata a termine o per essere “salvata”. In questi casi, troppa rigidità e severità può essere controproducente. Meglio concedere qualche minuto in più purché questa situazione non si ripeta con troppa frequenza!
Al contrario, interrompere senza preavviso e senza comprensione il gioco può portare a reazioni indesiderate o rabbiose. A tal proposito, è preferibile confrontarsi e dialogare con i propri figli piuttosto che ricorrere a soluzioni drastiche. Anche le varie forme di “parental control” che permettono di programmare il tempo massimo di gioco possono creare situazioni spiacevoli. Questi sistemi, integrati nelle funzionalità della console, consentono di programmare i minuti di gioco. Al termine del periodo stabilito, il dispositivo si spegne automaticamente. Ma se il piccolo “gamer” non ha ancora terminato la sua partita si ripropone la situazione spiacevole di cui abbiamo appena parlato …
All’interno del concetto di elasticità rientra anche la possibilità di stabilire un monte ore settimanale, piuttosto che giornaliero, per andare incontro alle esigenze dei giocatori. Ad esempio, se il lunedì le attività sportive e scolastiche impediscono al bambino di giocare con la console, i minuti di gioco perduti possono essere recuperati nel weekend, quando il tempo a disposizione per svagarsi è, solitamente, maggiore.
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Individuare limiti d’età all’utilizzo dei videogiochi
Ogni videogioco, come tutte le tipologie di giochi, è pensato e progettato per specifiche fasce d’età. Ci sono videogames per i più piccoli, anche dai 3 anni poi, e videogames che, per contenuti, sono adatti ai più grandicelli o ad un pubblico adulto.
Insomma, per prevenire i possibili effetti negativi dei videogames è indispensabile porre dei limiti d’età al loro utilizzo.
Ma quali sono questi limiti? Chi li stabilisce? E da cosa dipendono?
Devi sapere che, sul territorio europeo, esiste un sistema di classificazione che consente di catalogare i vari videogiochi in commercio sulla base della fascia d’età dei bambini/ragazzi a cui sono rivolti e dei loro contenuti. Tale sistema di classificazione è denominato PEGI (acronimo di Pan European Game Information) ed è caratterizzato da alcuni simboli riportati sulla confezione del giocattolo.
Nello specifico, questi simboli sono costituiti da un quadrato colorato all’interno del quale è indicata l’età minima a partire dalla quale è possibile utilizzare quel determinato gioco.
La classificazione PEGI individua 5 possibili fasce d’età: 3+, 7+, 12+, 16+ e 18+.
Ad esempio, un gioco con simbolo 3+ sarà adatto a partire dai tre anni e non conterrà contenuti pericolosi. Al contrario, un videogioco catalogato 18+ può contenere informazioni, immagini o situazioni violente o comunque inadatte a ragazzi di età inferiore ai 18.
Sottolineiamo, inoltre, che la classificazione PEGI prevede anche altri 8 simboli che specificano i contenuti del gioco. Si chiamano “descrittori di contenuto” e sono anch’essi riportati sull’etichetta. Sono costituiti da un simbolo e da una scritta che ci informa se il gioco presenta contenuti che si riferiscono a violenza, linguaggio scurrile, paura, gioco d’azzardo, sesso, droghe, discriminazione e possibilità di effettuare acquisti-online.
Dopo questa premessa ti consigliamo di:
- esaminare e considerare attentamente la classificazione PEGI riportata sulla confezione.Se, ad esempio, tuo figlio di 10 anni richiede un gioco catalogato +18 sarà necessario impedirne l’utilizzo, perchè significa che quel videogioco dispone di contenuti non adatti per la sua età.
- informarsi e, se possibile, sperimentare il videogames: GIOCA! Immagina una situazione limite di questo tipo: la classificazione PEGI di un videogioco è +7 ma tuo figlio non ha ancora compiuto 7 anni, mancano solo pochi giorni. Significa che quel gioco non è adatto? Assolutamente no. La classificazione PEGI, come ogni forma di catalogazione, serve a dare un’indicazione iniziale e generale che, per quanto importante e precisa, va poi valutata caso per caso. Per questo, è indispensabile raccogliere informazioni sul gioco prima di acquistarlo e se possibile testarlo di persona. Solo tu puoi conoscere il grado di maturità e la sensibilità di tuo figlio e valutare se anche un gioco pensato per i più grandicelli può essere gestito senza rischi dal piccolo gamers.
- spiegare e motivare i limiti d’età legati all’utilizzo del gioco. Come abbiamo più volte sottolineato nei paragrafi precedenti, ogni limite andrebbe condiviso e spiegato. Se un gioco presenta contenuti violenti dillo a tuo figlio e spiegagli che non è adatto per la sua età. Più informazioni sul gioco raccogli, più sarai autorevole e convincente, di conseguenza, maggiore sarà la propensione ad accettare il limite fissato.
- supervisionare! Anche se il videogioco preferito di tuo figlio è considerato adatto alla sua fascia d’età, ti consigliamo di tenere sempre sotto controllo la situazione, partecipando o semplicemente assistendo alle sessioni di gioco. Può essere un’occasione per parlare di alcune scene o situazioni che vanno monitorate o spiegate oppure per frenare e correggere eventuali reazioni eccessive. Insomma, come per gli altri giochi, la supervisione dell’adulto è fondamentale!
Individuare limiti nelle modalità di utilizzo dei videogiochi
L’ultima grande categoria di limiti all’utilizzo dei videogiochi riguarda le sue modalità e il modo in cui vanno intesi, interpretati e considerati dagli adulti.
Nello specifico, ti suggeriamo di:
- NON considerare i videogiochi come un semplice passatempo a cui i più piccoli possono dedicarsi mentre i genitori sono impegnati in altre attività lavorative e non. Insomma, non affidarti ai videogiochi per tenere occupati i tuoi figli quando sei assente o sei coinvolto/a in altre attività! Come abbiamo visto in precedenza, anche il gioco virtuale richiede di essere monitorato e supervisionato. Solo in questo modo, se dovessero sopraggiungere campanelli d’allarme si può intervenire in tempo. Al contrario, disinteresse e scarsa attenzione rischiano di non farti cogliere eventuali problematiche o situazioni potenzialmente pericolose …
- considera i videogiochi come attività da alternare ad altre “reali” di carattere ludico, scolastico, sportivo, educativo e sociale. Il rischio di un utilizzo esagerato dei videogames è quello che l’ambiente “virtuale” diventi “reale” agli occhi dei giocatori. Per evitare questa situazione, oltre ai limiti di cui abbiamo parlato fino ad ora, è importante suggerire e incoraggiare i propri figli a compiere altre attività, “reali” che prevedano un’interazione e la creazione di relazioni con altri ragazzi e con i propri amici. Insomma, il gioco virtuale va inserito, nei tempi e nei modi corretti, all’interno di un insieme di occupazioni e impegni nel mondo “reale”.
- NON vietare videogiochi che sono “adatti” per tuo figlio. Il videogioco, in quanto attività che appassiona e coinvolge tuo figlio, non va vietata a priori. Se la console e il gioco non presentano rischi e sono sottoposti a supervisione e limiti non c’è motivo di vietarli. Considera che per i piccoli giocatori questa attività è una cosa seria e che, quando “regolata”, può apportare benefici e vantaggi! Insomma, stabilite insieme limiti e regole ma non vietare un videogames adatto a tuo figlio!
incoraggiare e stimolare l’autoregolazione: dialogo e condivisione delle regole all’utilizzo dei videogiochi, se perseguiti e portati avanti fin dalle prime esperienze virtuali del piccolo gamers, possono incentivare l’autoregolazione, ovvero la capacità di autogestione e di comprensione (e dunque non accettazione passiva) dei benefici e dei possibili rischi legati ai videogiochi. Insomma, tuo figlio potrà così coltivare e fare propria una “sana cultura del videogame” che, quando sarà più grande, e la supervisione dell’adulto verrà progressivamente e naturalmente meno, gli permetterà di autoregolarsi.
Gli effetti negativi di un uso esagerato dei videogiochi
I possibili effetti negativi derivanti da un uso eccessivo dei videogiochi è, ovviamente, l’aspetto più temuto da adulti e genitori. In precedenza, abbiamo elencato e motivato regole e limiti che dovrebbero essere condivisi e stabiliti per evitare l’insorgere di problematiche deleterie per la salute dei piccoli gamers.
Ma quali sono, nello specifico, i possibili effetti negativi dei videogiochi?
L’utilizzo sregolato e prolungato dei videogiochi può provocare la comparsa di problematiche per la salute fisica e psicologica di bambini, ragazzi o adolescenti.
Nello specifico, un utilizzo “scorretto” dei dispositivi elettronici può causare:
- problemi muscolari e/o scheletrici e problemi posturali, per cui è fondamentale assicurarsi che i piccoli giocatori mantengano una posizione corretta davanti allo schermo, con la schiena ben appoggiata al supporto e con una posizione il più possibile eretta;
- problemi alla vista, in caso di eccessiva esposizione allo schermo. A tal proposito, stabilire dei limiti temporali al gioco serve anche per prevenire questo tipo di problematiche;
- mal di testa e stanchezza, sempre connessi ad una prolungata esposizione allo schermo;
- problemi di peso e, nei casi più estremi, obesità, se per il gioco eccessivo si sacrificano altre attività motorie, come quelle sportive, fondamentali per lo sviluppo fisico e cognitivo di bambini e adolescenti;
- problemi comportamentali e/o sociali. L’uso prolungato dei videogames può portare a cali di attenzione o concentrazione e ad una certa irascibilità e/o aggressività nei comportamenti fino a difficoltà nella socializzazione e nella capacità di relazionarsi nel mondo reale;
- problemi nel rendimento scolastico e in qualunque altro ambito “sacrificato” per trascorre più tempo con la console (come le ore di sonno “sacrificate” per continuare a giocare o la non volontà di trascorrere del tempo con gli amici per restare di fronte allo schermo).
Tutti questi problemi possono nascere nel momento in cui l’utilizzo della tecnologia oltrepassa regole e limiti che abbiamo affrontato nei paragrafi precedenti. Nelle situazioni più gravi si può giungere ad una vera e propria condizione patologica con pesanti alterazioni nei comportamenti e nella personalità del soggetto, creando vere e proprie dipendenze dal gioco.
A questo proposito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente coniato l’espressione “game disorder” per indicare proprio la dipendenza da videogioco. Secondo gli esperti dell’agenzia internazionale, il “disturbo da gioco” si manifesta quando l’attività legata ai videogames prende il sopravvento su ogni altra per un periodo di tempo prolungato, compromettendo attività quotidiane, come quelle familiari, sociali, educative, sportive, scolastiche e/o lavorative.
Il nostro consiglio è di fare massima attenzione a tutti questi aspetti e cogliere eventuali cambiamenti nei comportamenti, negli atteggiamenti e nelle abitudini dei piccoli gamers. Se dovessi notare anche soltanto una delle problematiche negative che abbiamo appena elencato è bene intervenire per tempo, evitando che la situazione possa degenerare.
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I benefici e i vantaggi di un uso moderato dei videogiochi
Nel paragrafo precedente ci siamo soffermati sugli effetti negativi e sugli svantaggi derivanti da un uso smodato ed esagerato dei videogiochi. Non dobbiamo, comunque, dimenticare che i videogames sono una particolare tipologia, elettronica e/o digitale, di giochi e, in quanto tali, se utilizzati in maniera moderata e seguendo tutte le avvertenze e le precauzioni del caso, possono svolgere un ruolo non secondario nello sviluppo fisico e, soprattutto, cognitivo dei più piccoli.
Il gioco, in ogni sua forma e sfaccettatura, è un’attività dal notevole potenziale educativo; fonte di divertimento e, allo stesso tempo, di apprendimento. L’unico strumento in grado di associare l’aspetto strettamente ludico a quello educativo. Attraverso il gioco, il bambino può sviluppare abilità cognitive, socio-relazionali, affettive e motorie. E i videogiochi non fanno eccezione!
Nel nostro Blog, abbiamo già affrontato il tema dell’importanza del gioco per il bambino e dei benefici per la sua crescita. Di seguito, ci concentriamo sugli effetti positivi del “sano” e “controllato” utilizzo dei videogames. Per farlo ci serviamo di un elenco esaustivo e completo.
I videogiochi possono favorire:
- lo sviluppo delle abilità coordinative, in particolare, della coordinazione oculo-manuale;
- lo sviluppo delle abilità percettive e sensoriali (udito, tatto e vista);
- l’acquisizione della capacità di problem solving o della capacità di multitasking e lo sviluppo delle abilità logico-matematiche;
- l’apprendimento e la conoscenza del mondo esterno, delle lingue, degli oggetti, delle persone, dei personaggi e di tutto ciò che ci circonda;
- lo sviluppo di tantissime abilità cognitive: memoria, creatività, immaginazione, concentrazione, attenzione …. In sostanza, i videogiochi possono stimolare la mente e il cervello;
- l’autostima, la conoscenza e la percezione di sé e degli altri;
- lo sviluppo affettivo, in particolare, permettono di sperimentare e affrontare emozioni positive e/o negative che possono riproporsi nella vita di tutti i giorni;
- lo sviluppo relazionale, soprattutto nel caso di videogiochi che prevedono la possibilità di giocare in compagnia tra amici fisicamente presenti nello stesso posto, come stimolo alla socializzazione.
Per concludere la nostra guida vogliamo sottolineare, ancora una volta, l’importanza di un approccio responsabile, consapevole, riflessivo e ragionato all’utilizzo dei videogiochi. Conoscenza e comprensione di questo mondo e delle sue molteplici sfaccettature e condivisione di limiti e regole sono indispensabili per rendere l’esperienza virtuale vantaggiosa per i propri figli, permettendogli di coltivare una delle loro passioni, e per diffondere una “sana cultura del videogame”.
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Mai giocare ai videogame con i ragazzini, a meno che ti piaccia essere umiliato